Mi son preso la libertà di inserire in questo post la lettera di Don Angelo Busetto parroco della chiesa San Giovanni Battista di borgo San Giovanni pubblicata su Avvenire di sabato 31 maggio 2008, credo che dovremmo leggerla e farla leggere a più amici possibile.
I cattivi maestri. E i buoni.D’accordo che il prete non deve fare propaganda elettorale: si tratta di un principio sano e costruttivo per non finire intrigato nelle contese politiche e garantire per sé e per altri una legittima libertà di scelta. I cristiani non si aspettano la salvezza dalla politica. Chi ci salva è il Signore Gesù. Egli, presente e vivo nella nostra storia attraverso la vita e l’opera della sua Chiesa è, come dice Papa Benedetto, la nostra grande speranza. Ma adesso a bocce ferme, cioè a campagna elettorale finita, si potrà almeno tirare un sospiro di sollievo; non vedremo più – o speriamo di vedere assai meno – nei tg dell’ora di pranzo e cena le facce di coloro che ci venivano a pontificare i nuovi diritti di Sodoma e Gomorra; di chi inveiva contro il Papa e la Chiesa nella pretesa di toglier loro il diritto di parola e quasi di esistenza; di chi andava a ferire il buon senso comune della gente che vive. Aberrazioni sessuali, strane combinazioni di unioni di tutti i tipi venivano proposte a modello di modernità e lanciate come nuova felicità per tutti. Una concezione assurda di laicità, che mirava a cancellare ogni espressione pubblica dei cristiani, irridendo ogni loro pronunciamento e azzerandone ogni forma di presenza, veniva proposta come formula definitiva della modernità. Il popolo semplice ha dimostrato una imprevista saggezza, respingendo fuori dallo schermo i cattivi maestri. I quali troveranno senza dubbio altri pulpiti e altre forme per i loro proclami ma almeno non ci saranno imposti come maestri inevitabili e autorevoli. Chi vuole li seguirà e dovrà sperimentare sulla propria carne e sulla propria anima il disfacimento dell’umano. I nostri maestri sono e restano altri: il Papa e coloro che ne seguono o almeno ne rispettano il dettato. Certamente a nessuno dovranno essere tolti libertà di pensiero e diritto di parola, ma ci si aiuti almeno a distinguere tra maestri e corruttori, tra chi ricerca pazientemente la verità e chi proclama il diritto pubblico del vizio, tra chi continua a sbagliare e a peccare per errore o per debolezza, e chi sovverte la verità scambiando i ruoli della vita. E tuttavia nemmeno da questa svolta del fronte politico ci verrà la salvezza. Ai politici di tutti i fronti chiediamo di non impancarsi a maestri di morale pubblica o familiare o personale. Non pretendano di farci da maestri di vita, ma salvaguardino la nostra libertà e quella della Chiesa, anche nelle sue espressioni pubbliche e nel contributo che la Chiesa stessa può dare e dà alla vita degli uomini. Provvedano a creare le condizioni per il bene comune nelle sue espressioni fondamentali, come la vita stessa e la sua reale sussistenza; la famiglia e la possibilità concreta di costruirsela; la libertà di educare. Per il contenuto della vita, della morale, della felicità, abbiamo già così buoni maestri che non ci interessa scambiarli con nessun altro.
Don Angelo Busetto
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