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Per quanto riguarda quello che pensa il sottoscritto, da una parte, diciamo con il cuore, ripensando a certi parlamentari italiani di sinistra eletti al parlamento europeo nella passata tornata elettorale che si sono distinti utilizzando il palcoscenico europeo solo ed unicamente per dare una vernice di autorevolezza alle baggianate con cui criticavano il governo di Berlusconi.... deteriorando il nostro prestigio internazionale pur di guadagnarsi i titoli sulle prime pagine, altro che 5% chissà che il Berlusca metta il dieci per cento.
Non credo proprio che quei soggetti possano essere utili per il nostro paese da come si sono comportati.
Daltra parte è anche vero che a qualsiasi governo è utile essere stimolati, sollecitati ed anche incalzati da un'opposizione altrimenti si potrebbere correre il rischio che chi governa potrebbe dormire sugli allori, ed anche questo non è bene per il paese.
Quindi, almeno per me, in questo momento non sono certo che sia la cosa migliore mettere uno sbarramento, e ci sarebbe anche un altro aspetto di cui non voglio parlare.
Mentre sono convintissimo sulla bontà del togliere la preferenza.
Intanto c'è da considerare che quando si vota con la preferenza in realtà non è che si vota chi si vuole si può scegliere di votare per una rosa di candidati che in ogni caso vengono nominati attraverso una serie di passaggi, dei quali l'influenza del cittadino comune è pari a zero.
Per sintesi tralascio di descrivere il processo per cui un partito decide chi mettere in lista ad esempio per le elezioni regionali ( tutt'ora con preferenza) concentriamoci sul concetto del voto di preferenza, secondo voi in una elezione, per esempio regionale ,il soggetto che viene eletto perché ha raccolto almeno una preferenza più di un altro ha vinto per un vero processo democratico oppure perché magari ha speso dieci volte tanto???
Altro aspetto, dalla mia esperienza di campagne elettorali, mi sembra di averne fatte quasi dieci ad oggi, quasi tutti gli eletti con la preferenza il giorno dopo le elezioni affermano quasi sempre che sono stati eletti con i voti LORO, è l'esatto contrario, lasciamo perdere il piccolo comune dove il candidato può essere eletto perché può contare su un pacchetto di voti effettivamente suoi ( di famiglia, per un successo sportivo, per carisma personale) ma a partire da un'elezione provinciale il candidato VINCE per i voti di partito, mi spiego meglio con un esempio il sottoscritto è stato eletto nelle liste di forza italia...certo tante persone oltre alla croce sul simbolo hanno scritto il mio cognome però c'è da dire che lo hanno fatto ANCHE perché ero in forza italia e mi hanno preferito all'interno di un certo numero di candidati, sarei stato eletto ugualmente se fossi stato nell'udc? Oppure in forza nuova? O nella lista amici del giaguaro?
Quando si parla di elezioni provinciali, regionali, di una grande municipalità funziona nella stessa maniera quindi con la preferenza tanti eletti tendono ad auto-referenziarsi tanto è vero che poi, se scattono certe condizioni, non si fanno tanti scrupoli a saltare da un partito all'altro o da una coalizione all'altra.
Invece, secondo il mio parere, un eletto in una lista bloccata di partito è ben consapevole che deve la sua elezione non certo per la sua bella faccia ( certo un buon candidato può fare la differenza) e quindi opererà più in sintonia con il partito.
Il governo Prodi è andato a casa perché TUTTI i parlamentari di centro-destra gli hanno votato la sfiducia, sarebbe accaduta la stessa cosa se non fossero stati eletti o meglio nominati dai partiti?
2 commenti:
Amio modestissimo parere i partitini servono solo per occupare delle poltrone e creare disturbo al governo in carica, infatti si limitano a criticare, denigrare e mai a pvanzare delle proposte costruttive.
Solitamente alle soglie di sbarramento si attribuisce un duplice significato.
Da un lato infatti ridurrebbero il tasso di democraticità, escludendo la rappresentanza delle minoranze non qualificate; dall’altro lato incrementerebbero il livello di governabilità evitando un’eccessiva frammentazione del potere.
Ritengo tale analisi non del tutto condivisibile, in quanto trascura un elemento fondamentale, e cioè che non può dirsi democratico un sistema al contempo ingovernabile.
O meglio, non può ritenersi rispettata la volontà del popolo, se i rappresentanti della maggioranza non sono messi nella condizione di esprimere il proprio indirizzo politico.
Riguardo al venir meno delle preferenze, è opportuno porsi il seguente interrogativo: “ Si vota un personaggio o un programma politico?”.
Ritengo che per eleggere un sindaco si guarderà sicuramente molto al personaggio, ma a livello europeo non può che essere nettamente prevalente l’importanza del programma sul personaggio.
Salvo volere un’Europa fatta di campanellismi e di esponenti politici propensi esclusivamente alla cura, seppur attenta e meticolosa, del proprio orticello.
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