PICCOLA PREMESSA: Il Giorgio Boscolo scrive sempre volentieri quando c'è da far fare brutta figura al centro-destra, però, a mio avviso, quando le cose vengono scritte per essere veramente da stimolo, da pungolo e per tirare la " giacchetta" va più che bene.
Fa benissimo il nostro v.p. regionale a richiamarci ad essere più incisivi nell'amministrare la città. Anche se tantissimi problemi non sono di facile soluzione ( e buona parte li abbiamo ereditati) come dice Carlo Alberto " il periodo di apprendistato è terminato" ora con il 2009, è importante che iniziamo veramente con celerità ed impegno.
Ti ricordo che puoi sempre commentare sul blog.
Ciao da Andrea Comparato
Venerdì 2 Gennaio 2009,
Chioggia
Chioggia, «città fuori dal mondo» per la prassi amministrativa e per il funzionamento della macchina comunale. Carlo Alberto Tesserin, vicepresidente del Consiglio regionale, traccia un giudizio che chiama in causa tutti: sindaco, maggioranza, opposizione, "macchina comunale". «Il cittadino, imprenditore o uomo della strada, è la prima risorsa di un Comune. A Chioggia che facciamo? Gli chiudiamo le porte in faccia. L’Amministrazione invece di praticare l’accoglienza, la guida e l’indirizzo delle istanze dei privati, oppone come prima risposta a qualsiasi richiesta un no secco». Tesserin cita gli imprenditori da anni in attesa di permessi a costruire: «I pochi che hanno resistito, perché la maggior parte se ne sono andati. Li troviamo ora al di là dall’Adige, dove evidentemente hanno trovato condizioni migliori».
La rassegna del vicepresidente attraversa i principali problemi. La sanità: «Abbiamo la promessa di Galan di un nuovo ospedale. Noi che facciamo? Cominciamo a criticare la scelta, a metterla in dubbio. Altrove di fronte a promesse simili hanno individuato il terreno per un nuovo ospedale mettendo la Regione, che ha risposto positivamente, con le spalle al muro». E strali non vengono risparmiati anche contro il sindaco Romano Tiozzo e la Giunta. «L’apprendistato è abbondantemente finito. Serve ora dimostrare capacità ed efficienza partendo da quanto di buono ha lasciato la precedente Amministrazione, quella di Guarnieri. Per questo vanno utilizzate al meglio le risorse esistenti in Giunta e nella macchina comunale prendendo, se serviranno, anche decisioni drastiche».
Sui comparti produttivi Tesserin aggiunge: «Pesca e agricoltura-orticoltura hanno di fronte un lungo periodo di transizione. Andrà già bene se riusciranno a difendersi. L’unica attività che lascia intravedere margini di sviluppo è il turismo, a patto però che si sappia proporre del nuovo. Sottomarina offre al momento quanto è stato fatto negli anni Sessanta, mezzo secolo fa. Bisogna aprire uno scenario nuovo mostrando cosa siamo capaci di fare nei prossimi cinquant’anni».
E sulla vita politica? «Ci sono posizioni determinate dai ruoli. Lucio Tiozzo, quale capo dell’opposizione – sostiene Tesserin - è obbligato spesso a prendere certe posizioni. Nella sostanza sono convinto che condivida un’impostazione che punti a risolvere i problemi». Uno dei grossi problemi, la viabilità, avrà risposta con la Romea commerciale e la bretella per Chioggia. «Ormai siamo pronti a partire a prescindere dalla resistenza della Riviera del Brenta che non vuole la Romea. Se non gli va bene il tracciato attuale, se ne fa un altro. Non c’è problema». Più delicata, per ragione di costi, la questione del collegamento ferroviario con Venezia-Padova. «L’assessore Chisso ha affidato di recente un incarico per uno studio di fattibilità ad Aspo, Azienda speciale per il porto, proprio per verificare la possibilità di costi più contenuti», precisa Tesserin. Infine il quadro più complessivo della Provincia, dove si vota («sarà la più importante elezione di quest’anno») in primavera. «Ci sono tre focus di grande sviluppo: Tessera, Marghera per la logistica e Veneto City, che arriverà a una ventina di chilometri da Chioggia. Se non riusciamo a prendere il treno che sta passando, se non cresciamo in sintonia con queste iniziative, siamo destinati a restare periferia, molto più periferia di quanto non siamo ora. Gli amministratori locali, tutti quelli che contano in città, non se lo devono scordare».
Giorgio Boscolo
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